Tre racconti di Marco Buscarino al Salone del Libro di Torino

In occasione del Festival Internazionale del libro di Torino saranno tre i nuovi racconti di Marco Buscarino presenti in altrettante diverse edizioni antologiche a cura di Historica edizioni e Rudis editore. Il primo racconto si intitola “Intervista immaginaria a Salvatore Cammarano illustre librettista d’opera” ed è pubblicato nella raccolta “Racconti storici 2025”. Mentre il secondo è “Pochi minuti dopo” e si trova nell’antologia “Racconti sportivi 2025”. Infine il terzo racconto dal titolo “Intervista immaginaria a Giorgio Strelher intorno allo spettacolo di danza Gente di Miriam” è pubblicato da Rudis editore nella raccolta “Tra le Alpi e i Laghi”. Tutti e tre i racconti saranno presenti alla nota manifestazione editoriale torinese dal 15 al 19 maggio prossimo. I racconti saranno inoltre disponibili in tutte le librerie italiane, sui principali bookstores e sui siti degli editori.
La rivista “ Le Dimore Storiche” dedica un servizio a Marco Buscarino e al suo lavoro letterario

“Le Dimore Storiche” la prestigiosa rivista dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, (ADSI) dedica nell’ultimo numero uscito a novembre, un servizio allo scrittore e commediografo Marco Buscarino. Qui la giornalista Camilla Rocca si sofferma sul lavoro letterario e teatrale di Buscarino ambientato in alcune dimore storiche del Belpaese. Si tratta in particolare di due racconti ed un testo teatrale che hanno trovato sviluppo e riferimento a Villa Falconieri di Frascati e a Palazzo Roncalli a Bergamo alta.
Altri aggiornamenti sui racconti di Marco Buscarino si trovano sul blog Capitale Italia
Gli ultimi racconti di Marco Buscarino disponibili in libreria.


Una short story sulla Quinta colonna di Hemingway

È uscito il nuovo racconto di Marco Buscarino “Qui si lavora, non disturbate ovvero La Quinta Colonna”, basato sul testo teatrale “La Quinta Colonna” di Ernest Hemingway. La short story è disponibile nell’antologia “Racconti Gialli-Thriller 2023” edita da Historica edizioni. Il racconto narra dell’esperienza di Hemingway a Madrid nel 1937, nel corso della guerra civile spagnola. Alloggiato all’Hotel Florida nel centro cittadino, in prossimità della prima linea di combattimento, lo scrittore e corrispondente americano ebbe l’incarico di documentare la lotta in atto fra i nazionalisti del generale Francisco Franco e le truppe Repubblicane.
Alcune curiosità su “La Quinta colonna” di Ernest Hemingway a cura di Luchino Visconti

Ricercando informazioni intorno all’allestimento teatrale del dramma La Quinta Colonna di Ernest Hemingway, si scopre che l’unica messa in scena italiana del testo dello scrittore americano risale al 1945 a cura di Luchino Visconti. Lo spettacolo fu rappresentato al Teatro Quirino di Roma il 23 aprile dello stesso anno, a poco più di un mese dalla Liberazione. Ad interpretare il ruolo femminile di maggior rilievo c’è Olga Villi, che impersona Doroty, corrispondente di guerra americana. Con lei recita Carlo Ninchi nella parte di Philip, giornalista e agente del controspionaggio repubblicano sotto copertura, così come Carlo Lombardi è Preston, suo commilitone.

Via via vi si trovano gli altri personaggi in ordine di importanza. La giovane e bella attrice cinematografica Dhia Cristiani nel ruolo di Anita, la prostituta dell’hotel Florida di Madrid, Giuseppe Pagliarini che interpreta lo sfigurato Max, uomo della brigata internazionale. Ed ancora Arnoldo Foà che è Antonio agente della Securidad, esperto negli interrogatori, Luigi Almirante nella parte del direttore dell’hotel Florida, Tullia Baghetti è Petra, la sessantenne cameriera dell’hotel, Marcello Moretti è l’elettricista alcolizzato dell’albergo, Attilio Ortolani è il borghese fascista e Stefano Fossari il giovane soldato repubblicano Wilkinson. Particolare non di poco conto è che la scenografia dello spettacolo è di Renato Guttuso.

Per Olga Villi, allora ventitreenne, è la prima scrittura nel teatro di prosa. Il genere da lei praticato in precedenza è la rivista con Macario. In un intervista Visconti dirà che per la parte di Doroty gli serviva una donna attraente e slanciata proprio come la Villi. Nel testo di Hemingway Doroty è giovane, bionda e sofisticata, e ciò si avvicina alla scelta del regista italiano. Alcune contraddizioni sorgono invece se si approfondiscono i principali ruoli maschili di Philip e Preston. Il primo nel testo del dramma di Hemingway è giovane, mentre il secondo ha trentasette anni ed è sposato con figli. Se si analizzano le date di nascita dei due attori in scena al Quirino si scopre che Carlo Ninchi (Philip) all’epoca ha quarantanove anni, mentre Carlo Lombardi (Preston) ne ha quarantacinque. Se il ruolo di quest’ultimo può teoricamente funzionare per Preston, l’età dell’interprete di Philip è decisamente inadeguata. Si presuppone che a questo punto Visconti anche con l’aiuto di Suso Cecchi D’Amico, che ha curato la traduzione dall’inglese del dramma dell’autore statunitense, abbia cambiato parte del testo in relazione alla caratteristica di un Philip più maturo rispetto all’originale. Qui i dialoghi lasciano presupporre che Doroty voglia sposare Philip perché giovane, attraente e con tutta la vita davanti a sé. Con lui avrebbe potuto vivere felicemente e magari avere dei figli. Vi è anche il fatto che Carlo Ninchi alla sua età non potesse incarnare né la psicologia del giovane americano che segue gli ideali della libertà, né far leva sull’aspetto fisico viste le sue fattezze poco attraenti e decisamente più mature, rispetto alle aspettative dello spettatore.

Non sappiamo che genere di integrazioni abbia voluto effettuare Visconti per adattare il testo all’età dei personaggi maschili, ma sappiamo che una parte della saggistica biografica intorno ad Olga Villi, le attribuisce l’interpretazione di una piccola parte ne La Quinta Colonna. In realtà l’attrice italiana, interpreta una donna che prima è amante di Preston e poi compagna di Philip. Nel testo di Hemingway lei è il personaggio femminile più importante. Inoltre Doroty è presente in moltissime scene e conclude il finale del dramma. Perciò la sua è una parte da protagonista come lo sono Preston e Philip. Per quale ragione le viene attributo dalla critica un ruolo non corrispondete a quello del testo teatrale di Hemingway? Viene da pensare che Visconti, come abbia adattato i dialoghi ai ruoli maschili degli attori a sua disposizione, abbia anche ridimensionato quelli di Doroty, relegandola forse ad un interpretazione più estetica che sostanziale, come fanno pensare le diverse dichiarazioni del noto regista sulla sensualità della Villi. Ciò detto va comunque elogiata la scelta di Visconti di rappresentare un dramma moderno, all’epoca contemporaneo, che prima di allora era stato pressochè quasi dimenticato, pur essendo un testo di notevole interesse storico, oltre che di indubbio impatto scenico. E di bruciante attualità. Vediamolo nei dettagli.
“La donna del partigiano” il racconto “in presa diretta” di Marco Buscarino

È stato presentato a Roma presso il Palazzo della Santa Sede San Carlo ai Catinari, in Piazza Benedetto Cairoli 117 (Largo Argentina), il racconto di Marco Buscarino dal titolo “La donna del partigiano” nell’antologia “Racconti di Libertà 2023” a cura di Historica editore. L’iniziativa si è svolta nell’ambito de “Le Giornate Internazionali Della Libertà” che vanta il patrocinio dell’Unesco. Il racconto propone in stile letterario, la vera storia di una donna bresciana che fidanzatasi nel corso del secondo conflitto mondiale con Giovanni, un giovane coetaneo della stessa città, ne riscontra l’improvvisa sparizione. Il volume antologico con la narrazione di Buscarino, sarà disponibile in tutte le librerie nazionali, sul sito dell’editore e sui principali stores on line.
Due nuovi racconti di Marco Buscarino presentati in anteprima al Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli.



Fra i protagonisti Stefano Benni, Gregory Corso, Guido Vergani, Tiziana Cortinovis, Pietro De Vico e Germano Mazzocchetti.
Due nuovi racconti di Marco Buscarino dal titolo “Positano” e “Caffè Concerto” sono stati presentati sabato 15 aprile alle ore 18 presso la Sala Urania 1 della fiera “Napoli Città Libro”, il Salone del Libro e dell’Editoria di Napoli che si svolge presso la Stazione Marittima del capoluogo campano. I racconti fanno parte di due distinte raccolte antologiche “Storie e leggende della Campania” e “I quartieri di Napoli” pubblicati da Rudis edizioni.

“Wirpole Strett” un racconto sulla genesi del “Pigmalione”

È disponibile in libreria uno degli ultimi racconti di Marco Buscarino dal titolo “Wirpole Strett” nell’edizione antologica “Racconti d’Inverno” a cura dell’editore Rudis. Il racconto si svolge nell’appartamento al civico 27 dell’omonima via di Londra in cui George Bernard Shaw ambientò la sua commedia “Pigmalione”. Marco Buscarino immagina di vedere lo scrittore irlandese seduto alla scrivania del salotto di quell’abitazione nell’intento di dare corpo al suo capolavoro teatrale durante una forte nevicata.
“Sulle tracce del Bardo” racconto di Marco Buscarino.

Il racconto indaga su alcuni aspetti poco noti di William Shakespeare




Pubblicato un racconto immaginario di Marco Buscarino


Hemingway e l’Italia

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Articoli in primo piano
“Ernest Hemingway era un grande reporter della vita e questa fu la sua originalità.” A definire lo scrittore statunitense in questi termini fu un altro premio Nobel della Letteratura, Eugenio Montale, un martedì del 4 luglio 1961 sulle colonne del Corriere Della Sera. Lo scrittore americano era scomparso due giorni prima. Lo scorso 2 luglio sono trascorsi sessant’anni da allora e si può dire che delle opere di Hemingway si sia scritto molto, sia pur vi siano ancora alcuni aspetti da rimarcare in relazione ad una sua opera. Ciò è in riferimento al suo primo romanzo “Torrenti di Primavera”. Questo lavoro realizzato a Parigi nel 1926 è di fondamentale importanza per la nascita dello stile letterario moderno. I protagonisti sono tratteggiati per la prima volta in modo anticonvenzionale e riflettono il nuovo mondo letterario della generazione perduta. La prosa segna inoltre il passaggio ad una nuova concezione di tecnica di scrittura caratterizzata da uno stile chiaro, conciso e immediato, basato sulla brevità dei periodi e sulla volontà di far intuire al lettore, senza rivelarli esplicitamente, alcuni degli stati d’animo dei personaggi presenti nella storia. Un bell’esempio di questi ultimi due aspetti si possono trovare in Festa Mobile, dove Hemingway spiega ai lettori come scrivere un racconto, mentre nel finale di Fiesta, romanzo sempre del 1926, uscito dopo “Torrenti di Primavera”, vi è l’uso della nuova tecnica letteraria basata sul non detto. Va rilevato inoltre che quanto affermato a proposito del primo romanzo di Hemingway, non ha ancora trovato riscontro in Italia, in una certa parte dell’editoria nazionale, l’idea di considerare questo lavoro secondo il suo reale valore e significato letterario. Il romanzo, ricco di humor e di immediatezza, non è ancora stato incluso in raccolte di un certo prestigio dedicate a Hemingway, e spesso non è stato neppure citato come tale nelle sue biografie che accompagnano la pubblicazione dei suoi romanzi o raccolte di racconti. Un vuoto da colmare al più presto visto anche l’attaccamento di Hemingway verso il nostro paese. Lui come noto, ebbe un rapporto molto stretto con l’Italia.

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Non ancora ventenne partecipò come volontario della Croce Rossa alla prima guerra mondiale sul fronte italiano di Fossalta di Piave e, dopo essere stato ferito nel corso di un salvataggio, fu trasferito a Milano per essere curato. Guarito, si arruolò nell’esercito italiano sino alla fine del conflitto. Da questa drammatica esperienza nacque uno dei suoi romanzi capolavoro “Addio alle armi” ambientato quasi interamente nel nord est italiano. Nel corso degli anni a seguire lo scrittore statunitense ritornò più volte nel nostro paese, a Venezia, nella campagna di Fossalta, dove ambientò un altro romanzo dal titolo “Di là dal fiume tra gli alberi”, una storia d’amore scritta fra la città lagunare e Cortina d’Ampezzo, altro luogo scelto dallo scrittore, insieme all’Hotel Gritti di Venezia, per la sua permanenza in Italia.
Quattro racconti di Marco Buscarino in libreria



Quattro nuovi racconti di Marco Buscarino sono stati pubblicati a cura di Historica edizioni e da Rudis editore in altrettanti distinti volumi antologici a partire da maggio 2022 sino ad oggi. Alcuni di essi sono short stories, come nello stile dell’autore in questi ultimi mesi, usciti nell’antologia dal titolo “Lombardia e Liguria segrete e sconosciute” a cura dell’editore Historica, nel volume antologico di “Racconti Storici 2022” e nei volumi “Gialli Thriller 2022” sempre di Historica e Racconti “Young Stories” di Rudis editore. “Il privè”, racconto ambientato nel Teatro Sociale di Bergamo, è il penultimo uscito in ordine cronologico. Esso va ad aggiungersi al racconto “Il maestro”, incentrato sul sodalizio umano e artistico fra Luigi Pirandello e i fratelli Vergani, Orio e Vera presentato nel corso dell’ultima dell’edizione del Salone Internazionale del Libro di Torino nel volume antologico di “Racconti Storici 2022” e agli ultimi due racconti dal titolo “Il colpo del secolo” e “L’inchiesta”, pubblicati nel corso del mese di agosto e settembre.
La short storie dal titolo “Il privè” si svolge nel teatro Sociale di Bergamo, durante la rappresentazione di un balletto classico di una quotata compagnia internazionale. Il racconto vuole essere una riflessione sulla bellezza insita nelle discipline dell’arte, e nei luoghi storici e artistici del nostro paese, in cui si assiste alla rappresentazione della bellezza, ma che sono al contempo essi stessi generatori di bellezza, e tali da svelare, anche a chi pensa di conoscerli, straordinarie sorprese.
Il racconto “Il maestro” si sofferma su alcuni curiosi episodi di cui Luigi Pirandello e i fratelli Vergani, Orio e Vera furono protagonisti nel corso della loro collaborazione teatrale: sia con la fondazione del Teatro dell’Arte di Roma da parte di Luigi Pirandello, il figlio Stefano in arte Stefano Landi e Orio Vergani, avvenuta nel 1925, che con la compagnia di Dario Niccodemi, in cui Vera interpretò il personaggio della giovane figliastra nella movimentata prima dei ‘Sei Personaggi’ al Teatro Valle di Roma il 10 maggio del 1921.


“Il colpo del secolo” è il breve racconto di Marco Buscarino in cui si narra della rapina di Via Osoppo a Milano da parte di una banda che rapinò un furgone della Banca Popolare di Milano carico di soldi. La vicenda avvenuta nel lontano 1958 occupò lo spazio nei giornali nazionali per divenire ben presto oggetto di dibattito vista l’entità della cifra sottratta, nonché per la modalità assai rocambolesca in cui avvenne e degna di un copione cinematografico, ma senza neppure sparare un colpo.

“L’inchiesta”, ultimo racconto pubblicato, ha come protagonista un operatore culturale che ricorda i suoi esordi nel mondo del giornalismo come free lance, sollecitato da un giovane amico giornalista che lo aiuterà nella pubblicazione del suo primo articolo. Lui sogna in seguito di diventare un inviato speciale, e di scrivere inchieste, un genere giornalistico oggi sempre meno praticato, ma che a metà degli anni settanta, costituì la punta di diamante dei quotidiani e dei periodici di maggior diffusione, nonché delle principali trasmissioni televisive a carattere informativo. Le antologie sono disponibili sul sito degli editori Historica edizioni e Rudis editore, nelle librerie nazionali e nei principali stores online .